Il Parkour è una disciplina metropolitana nata in Francia agli inizi degli anni 90. Consiste nell’eseguire un percorso, superando qualsiasi genere di ostacolo con la maggior efficienza di movimento possibile, adattando il proprio corpo all’ambiente circostante, naturale o urbano, attraverso corsa, volteggi, salti, equilibrio, scalate, arrampicate, ecc.
Il termine parkour, coniato da David Belle e Hubert Kound nel 1998, deriva invece da parcours du combattant (percorso del combattente), ovvero il percorso di guerra utilizzato nell’addestramento militare proposto da Georges Habert. Alla parola parcours, Kound sostituì la c con la k, per suggerire aggressività, ed eliminò la s muta perché contrastava con l’idea di efficienza del parkour. Un terzo termine, coniato da Sébastien Foucan, fù free running, il quale viene però distinto dai due precedenti in quanto rappresenta una forma di movimento, nato sulla base del parkour, che ricerca la spettacolarità e l’originalità dei movimenti a scapito dell’efficienza.
La diffusione del parkour avvenne in primo luogo tramite passaparola, ricevendo in seguito l’attenzione di internet: da diversi anni, infatti, il principale mezzo di diffusione del Parkour è stata la rete, grazie ai numerosi video caricati su YouTube e siti affini, che contribuiscono all’ulteriore diffusione e conoscenza di questa pratica. Proprio alcuni di questi video, però, tendono a diffondere una immagine fuorviante del parkour, poiché contengono spezzoni di allenamento e movimenti superflui che tendono a scontrarsi con l’idea di percorso continuo teorizzata da Belle. Attualmente il parkour vive una svolta commerciale: le sue tecniche sono utilizzate e rielaborate in diversi film, pubblicità, e video musicali. Lo stesso David Belle è stato consacrato come attore nel film Banlieue 13 prodotto da Luc Besson.
Il parkour arriva in Italia attorno al 2005, sviluppandosi molto grazie al web. Siti minori di rilevanza locale fondati dai praticanti iniziano a creare i primi incontri tra tracciatori.
Secondo gli appassionati, il parkour non è soltanto uno sport, è anche un’applicazione sociale. Questi infatti sostengono che i valori del parkour sono importanti per insegnare ai giovani il rispetto per se stessi e la conoscenza dei propri limiti, per poter affrontare i piccoli o grandi ostacoli che la vita pone davanti al cammino di ogni essere umano.
In seguito sono nate molte associazioni nazionali, da quelle più attente allo sviluppo sano del parkour ad altre mirate semplicemente al cavalcare la moda.
Molte sono le collaborazioni che le principali associazioni italiane ed estere stringono con altre realtà, solitamente il parkour è utilizzato, anche sull’onda della moda, per mostrare un modo reale, alternativo ed intelligente di sfruttare con rispetto gli spazi periferici, abbattere le barriere architettoniche ed in genere far sviluppare, soprattutto nei giovani e giovanissimi, un sano rispetto per l’ambiente ed una critica ricerca su se stessi.
Nel 2006 la FISAC lo annovera tra le discipline di competenza ed inizia a strutturare l’attività.
La Provincia di Roma nel dicembre 2007 ha riconosciuto il parkour come importante vettore di comunicazione per trasmettere ai giovani l’importanza di affrontare ogni problema nel rispetto di se stessi e dell’ambiente circostante.
Dal 2017 la F.I.G. (Federazione Internazionale di Ginnastica) lo riconosce come disciplina di competenza attivando una Commissione Tecnica Internazionale con lo scopo di codificarlo come disciplina sportiva agonistica.